mercoledì 17 aprile 2013

SULL'ARCHITETTURA

Primo incontro di A.I.D.I.A. con la città

martedì 23 aprile 2o13 | Spazio Vis à Vis | Trieste

Per un nuovo manifesto di architettura al servizio dell’umanità.  Il titolo può sembrare pretestuoso, ma in questo particolare momento della nostra storia, caratterizzato da forti e cruciali crisi sia sociali che professionali, dobbiamo ritornare decisamente alla dimensione umana e rimpossessarci degli spazi di vita e relazione, chiedendo bellezza e soluzioni innovative adeguate alla comunità. Dopo la distruzione è necessaria la costruzione. Ed è per questo che AIDIA scende in campo, per cui gli ingegneri e gli architetti dovranno creare nuove sinergie che possano farci uscire dalla crisi, lavorando con la testa e il cuore, coniugando la tecnica e l’estetica, anche se quest’ultimo termine lo dico con una certa ironia in quanto è talmente abusato da perdere qualsiasi significato reale e realistico.
Soprattutto oggi, per cui gli specialismi e i settorialismi sono portati all’estremo e ci portano a perdere di vista l’intero, è necessario riprendere i propri ruoli nel massimo spirito collaborativo per cui si possa tornare a pensare la totalità e coordinare le attività umane in una sintesi culturale che possa farci uscire dalla trappola per cui, come diceva Albert Einstein, abbiamo raggiunto la perfezione dei mezzi ma anche la confusione dei fini. Contestualmente la redazione di norme che potranno certamente migliorare la qualità della nostra professione e dei risultati attesi, a cui noi dovremmo tra l’altro partecipare più attivamente e non aspettare che ci vengano calate dall’alto senza capacità di replica, è necessario elaborare al più presto un manifesto delle nostre professionalità che metta nuovamente al centro l’essere umano.

Su questo tema abbiamo già programmato altri 3 incontri prima dell’estate di cui vi manderemo in seguito maggiori dettagli, al Vis à Vis e con inizio alle ore 18, i giorni 17/05, 21/06 e 12/07.

arch. Lucia Krasovec Lucas, Presidente
ing. Ilaria Garofolo, Vicepresidente
arch. Nicoletta Zennaro, Segretario
ing. Silvia Fonzari, Tesoriere
E le socie: arch. Gigetta Tamaro Semerani, arch. Annalisa Decomelli, arch. Mirjana Dragovich, arch. Donatella Mattiussi, arch. Vesna Skabar, arch. Lara Negrisin e la studentessa di architettura Anna Savron.

…………….. Riportiamo di seguito il messaggio radiofonico - Manoscritto del 17 agosto 1931 di Mies van der Rohe, che sta in Archivio Dirk Lohan, Chicago - Da “Mies van der Rohe – Le architetture, gli scritti”, 1996, Skyra editore, Milano, Fritz Neumeyer [a cura di Michele Caja e Mara De Benedetti]

"Può sembrare strano discutere di architettura in senso artistico in un'epoca di grandi difficoltà economiche. Eppure vorrei utilizzare i pochi minuti che ho a disposizione per parlare di questo.
La richiesta di economicità e funzionalità nel neues Bauen non è la conseguenza delle difficoltà economiche in cui si trova oggi il mondo.
Risale a molto prima della crisi mondiale dell'economia e ha motivazioni del tutto diverse.
Ma questa depressione economica stimolerà immensamente lo sviluppo del costruire verso l'economicità e la funzionalità.
Nella misura in cui l'economia e la funzionalità costituiscono le premesse del neues Bauen, la situazione in cui oggi ci troviamo avrà una notevole influenza sullo sviluppo del costruire.
Tuttavia, secondo me, esiste un pericolo connesso a questo sviluppo.
Esso può avere come conseguenza di estendere ulteriormente la concezione, presente in molte e vaste cerchie, che il neues Bauen sia esclusivamente una questione di funzionalità ed economia, nuocendo così seriamente allo sviluppo del costruire.
Infatti questa concezione è sbagliata. Anche se la funzione e l'economia costituiscono le premesse del neues Bauen, si tratta però sempre, in definitiva, di una questione artistica. Anche se la funzione e l'economia determinano il nostro costruire, esse dicono molto poco sul suo valore artistico.
Tuttavia non lo impediscono.
L'artistico va di pari passo con la struttura oggettiva e funzionale degli edifici o, per meglio dire, si realizza in questa struttura. Ma non nel senso di aggiungersi a essa, bensì nel senso di darle forma.
L'artistico si esprime nelle proporzioni delle cose, spesso addirittura nelle proporzioni tra le cose. In sostanza è qualcosa di immateriale, di spirituale. Di conseguenza, è indipendente dalle condizioni materiali di un'epoca.
È una ricchezza cui persino un'epoca materialmente povera non può rinunciare, anzi non deve mai rinunciare.
Non vogliamo aggiungere alla perdita materiale anche una perdita culturale.
L'aspirazione alla semplicità non significa una deprivazione culturale, se noi ci sforziamo di introdurvi il massimo di bellezza possibile."